Forse si potra' rivedere in tv qualche omaggio a Lucio Battisti ,
speriamo non a questi livelli di indecenza, quando Giulio Rapetti, in arte Mogol, si sara' finalmente ed una volta per tutte, levato dalle scatole.Il giorno in cui il traduttore in parole,perche' altri non e', della straordinaria e geniale musica di Lucio Battisti,non sara' piu' tra noi,solo allora senza gli squallidi cofanetti cd firmati
Mogol nelle edicole,le sue testimonianze banali ed i ricordi insignificanti ,insomma senza piu' questa zavorra e senza il nulla chiamato Mogol,capiremo finalmente e ci riaproprieremo completamente e senza " filtri " del
fenomeno musicale Lucio Battisti.Il Mogol ha scritto per tanti,inutilmente, ma ha avuto la sola fortuna di essere sopravvissuto al numero uno per cui ha scritto cioe' a Lucio Battisti e, con la compiacenza di conduttori e cantanti, di diventarne in qualche modo l'interprete ed il testimone. Tanto che spesso in queste disgustose trasmissioni rievocative essendo il paroliere ancora vivo e ed il cantante scomparso, il primo tende a sovrastare il secondo.Perche' mai non viene invitato a questi omaggi tv anche un
vero poeta come Pasquale Panella che ebbe con Battisti una intensa collaborazione artistica? Qualcuno conosce i parolieri e/o autori o co-autori o arrangiatori di tante canzoni di Lucio Dalla?di Vasco Rossi,di Baglioni,di Venditti? No nessuno! Perche' solo il Rapetti e' presente ovunque e comunque si parli di Battisti!!
Ci ha speculato abbastanza mi sembra,sarebbe ora di darci un taglio.
Vi lascio ad un articolo di Aldo Grasso per il Corriere della Sera di Venerdi 7/12/2012
L'infelice omaggio a Lucio Battisti
Infelice cerimonia a metà tra il karaoke e il servizio funebre dall'auditorium Rai di Napoli
E lo strazio continua. Stavolta è toccato a Lucio Battisti. Piena
solidarietà alla vedova che si era invano opposta. La premiata ditta
Funerali Postumi ha colpito ancora e dall'Auditorium Rai di Napoli ha
messo in scena un'infelice cerimonia a metà tra il karaoke e il servizio
funebre (Rai1, mercoledì, ore 21.10). A celebrare le allegre esequie il
solito Massimo Giletti ben coadiuvato dai celebranti Marino Bartoletti
(il chierichetto col baffo), Mara Maionchi, l'onnipresente Stefania
Sandrelli e il re delle royalties Giulio Rapetti, in arte Mogol. Una
serata più Mogol che Battisti, più Baci Perugina che talento, perché «il
profumo della libertà condisce anche il nulla» (Mogol).
Che strazio! Si inizia con Loretta Goggi che canta «Il mio canto libero»
e si finisce con Claudio Martelli (sì, proprio lui, il ripescato
Martelli) a darci la «spiega» su quegli anni difficili dove lui però
spadroneggiava con il partito socialista. È il nuovo che avanza,
coraggio! A un certo punto è apparsa perfino Anna Tatangelo a torturare
«E penso a te».
Al termine dell'interpretazione le si è avvicinato Giletti con questa battuta per compiacere l'altezza della cantante:
«Non voglio fare come il Cavaliere che si metteva i tacchi». E Renato
Serio, il direttore d'orchestra, il compositore dell'inno «Forza Italia»
(«e Forza Italia? per essere liberi? e Forza Italia? per fare e per
crescere») era lì e non ha detto nulla. Che ingrati, Cavaliere, ci pensi
prima di ritornare! Ancora una volta ha avuto ragione Edmondo Berselli
quando si chiedeva, a proposito del poeta della Brughiera, se Mogol non
fosse mai stato attraversato dal «sospetto di avere eventualmente
danneggiato Battisti, come pensano i perfidi, rifilandogli una media di
dieci "sòle" odiose per ogni canzone memorabile». Per fortuna c'è
sempre San Repertorio, anche se certi filmati, a furia di vederli e
rivederli, assomigliano a pietre tombali. Non sempre il profumo della
libertà condisce il nulla. Il nulla è nulla.
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