Quando uno show televisivo apre con Orietta Berti impegnata in una
vibrante interpretazione di «Fin che la barca va», il segnale non
potrebbe essere più chiaro. «I migliori anni», il varietà del sabato
sera di Raiuno, è la perfetta incarnazione della tv del rimpianto,
specchio riflesso di un senso di stagnazione che si contagia dal «Paese
reale» alla tv, della facile tentazione di cedere al torpore, di
crogiolarsi nella memoria pur di non esser costretti a fare i conti (i
Conti?) con il presente, o peggio, con un futuro quanto mai incerto (ore
21.10).
L'intrattenimento Rai è ormai votato a uno sguardo sempre rivolto al passato.
Come se avere di fronte un pubblico di una certa età significasse
automaticamente abdicare al tentativo di inventarsi qualcosa di nuovo,
di ragionare su contenuti più attuali, incoraggiati dal conforto degli
ascolti. Più facile ed efficace ripescare formule e materiale d'archivio
dalle Teche (la vera ancora di salvezza di molta offerta Rai dei giorni
nostri), affidarli alla conduzione di Carlo Conti, e inventarsi una
specie di «Canzonissima reloaded», con i brani da far interpretare alla
solita compagnia di giro dei varietà targato Raiuno, da Mietta a Luca
Barbarossa, da Povia (!) a Paola e Chiara in completo animalier per dare
quella spruzzata di modernità.
«I migliori anni» è tutto fondato su un doppio principio, consola e al tempo stesso deprime,
rassicura e insieme intristisce: c'era proprio bisogno dell'ospitata
dei mitici Starsky & Hutch, con inevitabile contorno degli impietosi
segni lasciati dal tempo? Lo show è un festival della nostalgia,
condito alla meglio con le solite comparsate promozionali o
risarcitorie, Alessandro Siani e De Sica, Anna Oxa fresca di bocciatura a
Sanremo. Persino l'eremita Francesco De Gregori a reclamizzare il suo
tour. Fin che la barca va...
(Aldo Grasso su Corriere.it)
Ascolti sabato 9 febbraio 2013 :
I Migliori Anni : 4.201.000 spettatori ( share 17,23% )
Italia’s Got Talent : 7.634.000 spettatori ( share 30,81% )
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