Se ne andava un mito, se ne andavano quei ricci che racchiudevano quello sguardo triste e malinconico difficile da cancellare.
Se ne andava 15 anni fa Lucio Battisti. Era il 9 settembre 1998
quando, all’età di 55 anni si spegne alle prime luci del mattino.
Un
fisico debilitato dalla dialisi, un male che si estende al fegato e al
pancreas, un corpo che lotta con dignità, che affronta la malattia con
forza e coraggio.
Tra
i suoi fan la notizia si diffonde in un attimo lasciando tutti
spaesati, spiazzati, tristi, persi. Un’intera generazione si sente
orfana del proprio interprete, della propria voce, del “canto libero”
che li caratterizzava. Radio e televisioni rivoluzionano i palinsesti,
redazioni dei giornali vanno alla ricerca di dettagli ulteriori, i siti
internet vengono presi d’assalto. Nell’aria riecheggiano le note dei
suoi pezzi più famosi. Si cammina nei “giardini di marzo” alla ricerca
di Francesca, si balla sulla note di Linda e si vola sulle ali dell’
”aquila”.
Se ne andava un mito, se ne
andavano quei ricci che racchiudevano quello sguardo triste e
malinconico difficile da cancellare. Neanche le beghe tra il Comune di
Molteno dove era seppellito fino a pochi giorni fa e la famiglia, che
l’ha voluto a San Benedetto del Tronto, sono riusciti a cancellare quel
ricordo indelebile dentro il cuore di chiunque, dal più piccolo che
canta La canzone del sole, ai più grandi che non si tolgono dalla testa e
dall’anima quei “Pensieri e quelle Parole” del grande Lucio.
Il servizio di Cristina Pantaleoni ( fonte Meridiana notizie )
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